Con rifiuti plastici post consumo ci si riferisce a quei prodotti che hanno cessato di svolgere le loro funzioni e che quindi sono arrivati a “fine vita”: si tratta generalmente di oggetti finiti o di materiali per imballi.
I materiali più comuni che rientrano nella categoria sono:
• LDPE (polietilene a bassa densità) > es. imballi flessibili e imballi rigidi
• HDPE (polietilene ad alta densità) > es. flaconi dei detersivi e contenitori di liquidi
• PP (polipropilene) > es. imballi flessibili, imballi rigidi, giochi, complementi di arredo, prodotti per l’edilizia…
• PS (Polistirolo) > imballi, materiale edile o elettrico
Il materiale post consumo viene conferito da enti pubblici e privati, e destinato a discariche e centri di smaltimento o recupero.
Si tratta di materiale misto, e molto contaminato; oltre ai polimeri, infatti, tra questi rifiuti ci possono essere etichette di carta, colle, legno, alluminio, sabbia e polveri, terra…
Per poter rigenerare questi materiali è indispensabile sottoporli al lavaggio e alla filtrazione, due processi fondamentali che permettono di rimuovere i contaminanti, ottenendo una materia prima seconda di ottima qualità, utilizzabile per la realizzazione di nuovi prodotti.
Per questa tipologia di scarto, vista l’elevata presenza di contaminanti, è sconsigliato eseguire una filtrazione troppo fine (a partire da 200 micron)
I macchinari Break sono progettati per filtrare diversi materiali plastici, rimuovendo con grandissima efficienza le sostanze contaminanti.